«Der Zinseszinseffekt ist das achte Weltwunder.
Wer ihn versteht, verdient daran, alle anderen bezahlen ihn.»
Attribuita ad Einstein (sarà vero?)
“la capacità di far fruttare gli interessi è l’ottava meraviglia: chi lo comprende ci guadagna, gli altri sono quelli che pagano”
Naturalmente non sto parlando di investimenti (anche perché sto ricapitalizzando gli interessi ogni giorno), ma della nostra comune giornata, dei nostri sforzi e dei risultati, della nostra felicità.
Non è solo un concetto legato agli interessi bancari!
Spesso cerchiamo di raggiungere un obiettivo magari ritualmente inserito in agenda i primi giorni dell’anno. Una delle maggiori difficoltà è lo scoraggiamento quando sembra che niente cambi, nonostante l’impegno. Ci aspetteremmo infatti che la relazione tra lo sforzo e il risultato sia una funzione lineare. Dopo molto tempo invece la curva del risultato sembra piatta, e in qualche modo lo è.
Scoraggiati interrompiamo, senza immaginare che dopo poco avremmo visto la curva crescere in modo esponenziale, se avessimo solo avuto più pazienza e avessimo sentito parlare di Zinseszins, parola tedesca quasi impronunciabile (e che loro ovviamente compongono in parole del tipo Zinseszinseffekt…) che in italiano si traduce con interesse composto e indica il calcolo degli interessi sempre sulla somma del capitale + interessi già maturati.
E qui viene il nostro primo step, anche detto : la regola dell’1%
Se ho un obiettivo che non riesco a raggiungere da anni è meglio metterlo lì, nei desideri stellari (de-sidera appunto), che sicuramente si avvereranno .
Intanto proporsi per oggi l’1% di miglioramento, in quel campo e in altri ad esso correlati. Si può fare, vero?
Dài, un boccone solo… diceva mia nonna se qualcuno dei suoi innumerevoli figli e nipoti non voleva mangiare qualcosa.
Un boccone è fattibile, due minuti di lettura anche, una sola parola nuova al giorno in una lingua che stiamo imparando, tre minuti di un podcast o due flessioni al risveglio. E via via, un po’ di più ogni giorno.
Ogni giorno l’1% in più rispetto al giorno precedente.
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Pensiamo troppo spesso che la motivazione risieda nell’obiettivo, nel punto di arrivo: se guardo alla meta tutto sarà facile. Purtroppo non è vero: quasi sempre guardare alla meta risulta in uno sguardo a lunga distanza, e porta ad uno sforzo troppo mirato e focalizzato nel raggiungimento dell’obiettivo.
Inoltre è facile che il pensiero diventi: “Sarò felice quando lo avrò raggiunto…” e da ciò il necessario corollario “non mi posso permettere di essere felice adesso” .
Invece, ampliare il campo di azione cercando di migliorare, solo un pochino, anche in altri settori correlati (non per niente sono un medico olistico, vi pare?) genera un effetto valanga.
Anche il nostro organismo è capace di capitalizzare tutti gli interessi: si sviluppa secondo funzioni esponenziali (guarda la crescita embrionale, o le curve di accrescimento staturale…), non lineari.
Perfino da un punto di vista neuroendocrino i cambiamenti nel bioritmo o gli shift metabolici non possono mantenersi costanti in maniera lineare: mangio di meno di tot – quindi dimagrisco di tot. Chi pensa così si scervella poi nel cercare di capire perché ciò non si avvera mai.
C’è una multifattorialità, certo, ed è uno dei motivi per cui il cambiamento desiderato va inserito in molti settori.
Ma soprattutto c’è la necessità di capire che cambiamenti bruschi portano solo sul momento risultati bruschi ma poi (a causa di infiniti feed-back omeostatici nel nostro sistema) sfuggono alla comune comprensione e al nostro controllo.
Secondo step: gioire per il risultato dell’1% in più rispetto al giorno prima, goderselo!
Per essere felici bisogna essere come bambini, entusiasti del poco, perché lì è la meraviglia. E quel poco magicamente cresce, come i cinque pani e i due pesci.
E cresce in molti campi: se ad esempio il mio obiettivo è dimagrire, i campi correlati saranno la capacità di ascoltare il mio organismo, il sonno, il movimento, la spesa, il decoro dei posti dove consumo i pasti, l’attenzione che vi dedico… un piccolo miglioramento al giorno, piccolissimo, in ognuno di questi campi.
Just a little bit more, just a little bit better.
Magari in Germania calcolano veramente le percentuali con un Zinseszinsrechner (calcolatore di interessi composti), io mi affido al mio calcolatore interiore: faccio pochissimo, il minimo fattibile, ma aggiungo al minimo la sua ombra, come Wendy cuciva l’ombra perduta da Peter Pan.
Faccio pochino… più un’ombra, e sorrido, ce l’ho fatta, era facile!! E quella gioia mi accompagna tutto il giorno.
E se questo pochino, senza sforzo e senza possibilità di credersi supereroi, lo applico ad almeno sette settori della mia giornata in un anno avrò avuto un guadagno netto del… ?
E’ così tanto che non riesco a fare i conti, ma quel che più importa è che avrò vissuto 365 giorni di grande soddisfazione.
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Dott.ssa Antonella Bevere
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