Cosa è, e cosa aspettarsi da, una interpretazione “non convenzionale”
del concetto di salute e terapia
Scrivo nel 2020 e, nel corso di questi ultimi 30 anni, ho visto cambiare la considerazione sociale sull’omeopatia molte volte.
Da “francamente non saprei” a “la cura dolce: prendi due granuli e passa tutto” verso “rischi di sottovalutare situazioni pericolose!” passando per “l’Omeopatia? Sono i No-Vax, vero?” per finire verso una Omeofobia aperta e dichiarata. C’è anche chi minaccia radiazioni dall’albo professionale e invoca esclusioni dell’insegnamento dai corsi universitari.
“Similia similibus curentur” C.F. Samuel Hahnemann
1810 – Organon der Rationellen Heilkunst
– Che i simili vengano curati dai loro simili.
Per fare chiarezza serve un po’ di storia:
Nel 1790 Hahnemann, mentre traduceva “Lezioni di Materia Medica” di William Cullen dal tedesco, si accorse di come il farmaco allora assunto per trattare la malaria, la corteccia di China, provocasse sintomi analoghi alla malaria stessa se assunto da persone sane. Sperimentò lui stesso questo effetto e chiese di farlo anche ai suoi collaboratori, riflettendo su quella Legge di similitudine su cui poi basò l’intera medicina omeopatica.
Proprio sulla sperimentazione, in particolare sull’uomo sano e non solo sul malato, volle fondare lo studio della nuova arte di curare, sperimentazione che da sempre è ciò su cui si basa la descrizione dei sintomi e la loro catalogazione, definita Repertorizzazione.
Per evitare gli effetti tossici delle sostanze sperimentate ne ridusse progressivamente le dosi scoprendo così come dosi sempre più diluite mantenevano, anzi potenziavano il loro effetto terapeutico (mentre diminuivano quello tossico). Vide e descrisse accuratamente come il modo di diluire e di miscelare la soluzione (tramite uno scuotimento manuale che egli chiamò Dinamizzazione) influisse sugli effetti evidenziati dalla somministrazione sulla persona sana.
Infiniti esperimenti, infinite relazioni e catalogazioni precise (caratteristiche che sono rimaste nel metodo di studio omeopatico) lo portarono a coniare il Principio delle Diluizioni Infinitesimali in un saggio pubblicato nel 1796: il “Saggio su un nuovo principio per dimostrare il valore curativo delle sostanze medicinali” dà inizio all’epoca dell’Omeopatia.
Hahneman aveva scoperto qualcosa di reale ma difficilmente spiegabile (a tutt’oggi esistono diverse teorie ma nessuna certezza su come “funzionino” le diluizioni infinitesimali): aveva tuttavia provato, con una tecnica empirica inoppugnabile, che i sintomi di una sindrome patologica vengono modificati e spesso eliminati dalla stessa sostanza diluita che, somministrata ad un soggetto sano, è in grado di provocarli.
In altri articoli esamineremo le teorie attualmente evocate per dare una spiegazione ai fenomeni dimostrati da Hahnemann e dai suoi discepoli sino ad oggi. Qui mi preme ribadire alcuni punti che ritengo fondamentali per un approccio onesto nei confronti dell’omeopatia: