Essiccare… new cult!
L’essiccazione è senz’altro la prima modalità di conservazione del cibo, scoperta prima della fermentazione e della salamoia. Serve solo cibo crudo in piccoli pezzi, pietre battute dal sole, o semplicemente un posto ventilato e asciutto quando le temperature sono elevate. E il “sotto sale”? Non vale: anche il sale è un “essiccato”!
A me personalmente è sempre piaciuta tanto la frutta secca: uvetta, prugne, datteri, chips di mele, banane, albicocche… specie se unita a semi oleosi (noci, anacardi, arachidi…): sono sempre felice di sentirmi criceto, rosicchiare è il mio antistress preferito!! Fino a che, in occasione dello scorso compleanno, i miei figli hanno pensato bene di regalarmi una essiccatrice!
Sto come da bambina davanti al Piccolo Forno!
Gioco, essicco, rosicchio… divertimento infinito nel vedere i miei bei barattoli di vetro riempirsi e vuotarsi di “seccature”.
Sul web si scopre un mondo: comunità vere e proprie, ricette, modi di essere più a contatto con il cibo crudo, manipolandolo il meno possibile, un’alimentazione slow-food e molto green. E allora navigo, trovo ricette, mi diverto, mi godo un tipo di alimentazione naturale e conosco persone che ormai fanno parte di comunità vere e proprie. Come i ragazzi di Bella Dentro.
Basta con il Body Shaming!
Anche i prodotti ortofrutticoli venuti su non proprio secondo i canoni standard per misura e aspetto estetico,
purché rigorosamente sani e privi di fitofarmaci,
hanno il loro valore, nulla si butta.
Quelli di Bella Dentro li vanno a raccogliere in giro per aziende agricole, pagandoli a prezzo equo, e li distribuiscono a chi sa farli “fruttare”, comunque.
Uno dei modi è appunto avviare un laboratorio professionale di essiccazione, dando spazio e possibilità di incontro a ragazzi autistici con deficit cognitivo che trovano in queste attività compagnia, lavoro, allegria…
Dentro e fuori, ma quanto sono belli?
La mia ricetta preferita?
Ho scoperto che le patate americane, essiccate a fettine, sono un ottimo spuntino con qualcosa di spalmabile: una salsa di yogurt greco aromatizzato, o miele e noci, o ricotta, pepe e prezzemolo… ma la mia preferita rimane una versione delle zucchine alla scapece, quelle che mia madre, napoletana, faceva come Dio comanda, asciugate al sole e poi fritte e marinate nei vasetti con aglio, olio, aceto e menta. Io invece le preparo con rondelle di zucchine essiccate, marinate nello stesso modo.
Mamma, perdonami… : cagnano ‘e musicanti, ma nun cagna ‘a museca!
Le zucchine alla scapece (dallo spagnolo escabeche, a sua volta dall’arabo iskbag per indicare la marinatura) si prestano come contorno aromatico e fresco, ottime anche per guarnire di tartine.
Essiccate, le rondelle di zucchine mantengono intatto il loro sapore, e con solo olio crudo sono adatte anche a chi segue regimi alimentari più restrittivi.
Naturalmente questa ricetta è solo un esempio, gustosissimo, di quello che si può fare con un essiccatore: oltre a tutte le varianti di frutta, si possono disidratare foglie e fiori per goderne a lungo il profumo, frutta colorata da usare come guarnizione ambientale, spezie (mai più senza prezzemolo!), straccetti di carne/pesce crudi e salati, tuorli d’uovo… si possono preparare cracker con cereali, semi e farine, e le ricercatissime barrette snack con fibre ricavate dallo scarto (bucce, ciò che di adeguato ricaviamo dall’estrattore…) che andranno poi mescolati a miele, semi, ed eventualmente proteine in polvere.
La fantasia e le possibilità non hanno limiti!
Perché essiccare?
Essiccare bene rondelle di zucchine di circa 5-8 mm.
Marinarle con un liquido ottenuto aggiungendo aceto, olio, sale e un battuto di aglio e menta fresca, rimescolandole ogni tanto.
Consumare dopo almeno 12 ore o conservare in frigo in vasetti di vetro.
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Dott.ssa Antonella Bevere
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