Quando pensiamo che per smettere di fumare basti volerlo,
ma ci teniamo ben lontani dal provarci.
Ci sono motivi personali che inducono a iniziare fumare. Molto importanti. Ciascuno è bene che riconosca i suoi. Eppure, quando si esaminano le ragioni per cui si continua a fumare, giorno dopo giorno, quei motivi sembrano non importare più.
Ce ne è uno solo che conta: si è diventati dipendenti.
Detto in estrema sintesi: il fumo della sigaretta sembra alleggerire il peso della vita.
La sola idea di farne a meno ci fa dire: sì, potrei anche farlo, ma oggi no.
DSM-5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition) per la diagnosi di tabagismo indica 11 criteri diagnostici; ne bastano però solo due, presenti per almeno 12 mesi: ci siamo dentro in molti, e con tutte e due le scarpe!
Cos’è ACUDETOX
ll Dott Wen, un chirurgo toracico di Hong Kong, nel 1973 scrisse un articolo sull’effetto di inibizione della dipendenza dopo anestesie per interventi su pazienti tossicodipendenti ottenute tramite stimolazione con elettrodi su punti auricolari. Nel 1978 uno psichiatra, Michael Smith, responsabile del centro per le tossicodipendenze del Lincoln Hospital nel South Bronx (NY) vide che il semplice uso di aghi senza applicazione di elettricità aveva effetto immediato. Nel 1985 venne messo a punto un protocollo detto “Acudetox” per trattare tutte le dipendenze, e fu fondata la National Acupuncture Disintoxication Association (NADA) per diffonderlo in USA e nel mondo. NADA fornisce formazione e consulenza per i programmi di trattamento e garantisce gli standard etici e clinici degli specialisti Acudetox. Ora il Lincoln Hospital tratta 350 persone al giorno e nel mondo vi sono 1800 centri che hanno adottato il programma.
Io uso il protocollo NADA da più di 20 anni, tuttavia ho notato che, come per ogni terapia, l’efficacia aumenta e garantisce un livello molto basso di “ricadute” se esso rimane al centro di un concetto integrato di terapia.
Nella seduta, generalmente di gruppo, una prima parte è dedicata alla chiarificazione della dipendenza e delle motivazioni a smettere attraverso una conversazione condivisa.
Successivamente vengono posti a dimora cinque mini-aghi su ogni padiglione, in punti ben precisi, e lasciati in posa per 40 minuti, durante i quali vengono insegnate tecniche di respirazione, rilassamento e Mindfulness, a seconda delle necessità del gruppo.
Successivamente si passa ad una visita individuale durante la quale il percorso viene personalizzato e con eventuale prescrizione di terapia specifica (generalmente fitoterapia o omeopatia o fiori di Bach).
I pazienti vengono seguiti e accompagnati nel prendere in carico la propria salute. Molto spesso una seduta è sufficiente a prendere il coraggio a due mani per separarsi dalla sigaretta, per trovare gli strumenti e il sostegno costante ad affrontare le situazioni critiche che talora possono comparire: aumento del peso, scoraggiamento in caso di ricadute, aggravarsi di sintomi fisici ed emotivi.
Il fumo è senza dubbio un modo di difendersi dalle difficoltà della vita, ma il suo costo è molto più alto del semplice peso economico.
La nicotina esercita la sua azione neurofisiologica principalmente nelle aree del sistema cerebrale della ricompensa.
Il sistema di ricompensa è un insieme di strutture cerebrali, percorsi neuronali e neurotrasmettitori che sono responsabili della consapevolezza e dell’apprendimento legati a incentivi e motivazioni che coinvolgano il piacere.
Una volta espressi i recettori per la nicotina, gli effetti a cascata sono infiniti e coinvolgono tutte le aree cerebrali e gli assi ormonali. Gli effetti sono più vasti rispetto ad alcol, cocaina ed eroina, più diffusi e al tempo stesso più gestibili, non danno l’impressione di perdere il controllo, anzi.
Le informazioni che giungono al cervello vengono elaborate molto più velocemente, la stanchezza si riduce, l’ansia sembra sciogliersi e spesso compare euforia. Sembra che le capacità aumentino, in realtà servono dosi sempre più elevate per mantenerne l’efficacia, giacché la densità dei recettori aumenta velocemente.
Difficilmente si accetta l’idea di farne a meno. Un ragazzo che fumi 4-5 sigarette al giorno ha il 90% di probabilità di diventare tabagista nel giro di 8 anni.
Le immagini informative sui pacchetti e il “proibizionismo” (il divieto di fumare in luoghi pubblici, o nelle vicinanze di donne e bambini) senz’altro connotano negativamente l’abitudine al fumo inducendo una consapevolezza dell’essere “in torto”, ma inducono anche un aumento dei livelli di ansia che paradossalmente portano a fumare di più. L’aumento del prezzo delle sigarette va ad agire proprio su quelle aree cerebrali della dipendenza stimolando la “sfida” e valorizzando il “regalo” che ci si fa procurandosi del tabacco. Inoltre l’audizione pubblica della FDA del 18 gennaio 2019 ha denunciato un preoccupante incremento (raddoppiati in un anno) di giovani e giovanissimi fumatori, che passano a (o si iniziano al tabagismo tramite) la sigaretta elettronica. Essa viene vista come strumento quasi terapeutico per fumatori inveterati, fa dimenticare ai più che i vapori contengono sostanze comunque cancerogene per l’apparato oro-polmonare.
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